
In occasione del XIX congresso nazionale della Società GITMO (Gruppo Italiano per il Trapianto di Midollo Osseo, cellule staminali emopoietiche e terapia cellulare), tenutosi recentemente a Torino dal 5 al 6 Maggio, il presidente della Società, dottor Massimo Martino e la Commissione Scientifica hanno voluto conferire al professor Massimo Fabrizio Martelli, Professore Emerito dell’Ateneo perugino, un prestigioso ‘Premio alla carriera’, sottolineando la visione pionieristica dei suoi studi sul trapianto di cellule staminali emopoietiche e la loro rilevanza nello sviluppo della Scienza Medica in questo settore. Nella stessa seduta congressuale, il professor Antonio Pierini, invitato a tenere una lettura magistrale, ha avuto modo di riprendere la storia e descrivere i progressi clinici più recenti nel settore del trapianto nel centro di Perugia.
«Da molti anni l’Ematologia dell’Università e dell’Azienda Ospedaliera di Perugia riveste una posizione di preminenza internazionale nel settore del Trapianto di cellule staminali emopoietiche (più comunemente noto come trapianto di midollo osseo), in particolare per pazienti affetti da leucemia acuta cosiddetta ad alto rischio, vale a dire condizioni raramente guaribili con la sola chemioterapia convenzionale – spiega Pierini. Agli inizi degli anni ‘90, fu proprio l’Ematologia di Perugia, diretta dal professor Martelli a dimostrare, per la prima volta, nel consesso internazionale, come fosse possibile effettuare con successo un trapianto di cellule staminali emopoietiche provenienti da donatore familiare solo parzialmente compatibile (trapianto aploidentico), da allora consentendo di fatto di avere un donatore a tutti i pazienti bisognosi. La nostra piattaforma trapiantologica è stata progressivamente perfezionata nel tempo. Innanzitutto, abbiamo introdotto alcune modifiche nella composizione del materiale trapiantato, in particolare abbiamo aggiunto ai progenitori emopoietici purificati, linfociti T-convenzionali e linfociti T-regolatori provenienti dallo stesso donatore, e recentemente ridisegnato la piattaforma per avere sempre maggiore precisione terapeutica. Il fine di questa immunoterapia cellulare adottiva di precisione è duplice: uno, migliorare la ricostituzione immunologica e quindi prevenire le infezioni del paziente trapiantato; due, favorire il più possibile, ad opera delle cellule del sistema immunitario, la distruzione delle cellule leucemiche e quindi ridurre l’incidenza delle recidive post-trapianto, pur prevenendo la graft-versus-host disease (GVHD) o malattia da trapianto contro l’ospite.»
«Successivamente – continua Pierini – abbiamo anche affrontato il problema del trapianto nei soggetti in età più avanzata (oltre i 60-65 anni) o con importanti comorbidità, che non possono tollerare i classici schemi radio-chemioterapici di condizionamento al trapianto, e, in collaborazione con la Radioterapia Oncologica, abbiamo sviluppato una nuova procedura basata su una tecnica oltremodo avanzata e pressoché unica, almeno nel panorama trapiantologico europeo, di irradiazione con tomoterapia elicoidale mirata al midollo osseo e agli organi del sistema immunitario, come linfonodi e milza, che permette di aumentare l’azione antileucemica al contempo minimizzando la tossicità sugli organi sani. Così facendo, la procedura trapiantologica è diventata possibile anche per quei pazienti che per età o complicanze non potevano essere altrimenti trattati.»
«I risultati sono sempre più promettenti: la combinazione del trattamento radioterapico insieme al potente effetto del sistema immunitario del donatore ha fatto sì che l’incidenza di recidiva sia scesa a circa il 10% (contro il 30% storico o degli approcci convenzionali riportati nella letteratura scientifica) garantendo al 75% dei pazienti una sopravvivenza libera da malattia e da complicanze croniche del trapianto. Il più grande successo di questo approccio è infatti anche la buona qualità di vita che i pazienti guariti conducono a distanza di tempo», conclude Pierini.
«Nella scuola del professor Martelli – commenta la professoressa Maria Paola Martelli, direttore della struttura complessa di Ematologia – ognuno con le specifiche competenze, nei diversi settori, sente profondamente la responsabilità e l’onore della cura dei nostri pazienti e al contempo della generazione, condivisione e trasmissione di conoscenza ai giovani medici e ricercatori che si affacciano al mondo affascinante sempre più sfidante e complesso della ematologia, con la motivazione e la forza che deriva dalla storia e viene alimentata dalla visione e proiezione nel futuro. Un po’ questo è il senso che vedo in questa foto di Martelli e Pierini insieme, a rappresentare sì le loro persone nella loro unicità, ma ciascuna anche la pluralità di Noi, dei miei collaboratori tutti, che lavorano con dedizione e passione, di concerto con le nostre Istituzioni.»
«Grazie al Presidente del GITMO, per la preziosa ed emozionante occasione del prestigioso riconoscimento al professor Martelli congiunto ad una lettura tenuta dal professor Pierini sulla evoluzione e l’innovazione della nostra piattaforma trapiantologica. Congratulazioni al professor Pierini anche per la sua elezione a Delegato regionale GITMO per la nostra regione Umbria. Non possono mancare ringraziamenti e gratitudine a tutti i nostri medici, infermieri, oss, ausiliari e addetti alle pulizie, al supporto sempre presente del Comitato per la Vita ‘Daniele Chianelli’ – con la sua Residenza e la sua equipe di professionisti e volontari – che accoglie e sostiene tanti pazienti con le loro famiglie provenienti da tutte le parti di Italia e del mondo, e senza i quali tutto questo non sarebbe possibile. Non ultimo, grazie dal profondo dei nostri cuori ai nostri pazienti, ai loro familiari che si sentono parte attiva in questa ‘orchestra’, fondamentale per la cura dei loro cari, e alle loro quotidiane espressioni, sorrisi e parole che attestano stima, fiducia e molto di più.» conclude Maria Paola Martelli